L’organizzazione della struttura di un sito può fare la differenza tra un progetto di successo e un misero fallimento. L’architettura sito web è una delle caratteristiche principali dalla quale dipende non solo la user experience dell’utente, ma anche l’indicizzazione e il posizionamento sui motori di ricerca. Un sito strutturato con criterio e attenzione, come le corsie di un perfetto supermercato, facilita l’utente nella ricerca di informazioni e prodotti e allo stesso tempo aiuta e sostiene i crawler di Google a leggere e scansionarne i contenuti.
I crawler sono gli spider del motore di ricerca, cioè i “ragni” che attraversano e scansionano velocemente pagine e contenuti dei siti. La scansione di un dominio può avvenire più o meno velocemente e questo dipende soprattutto da come è stato organizzato e regolamentato internamente la struttura del sito stesso. La scansione serve a Google per rimandare in Serp le eventuali risposte alle query degli utenti. Tanto più chiara ed ordinata è a struttura, tanto più facilmente e velocemente i crawler leggeranno il contenuto del sito e lo proporranno al motore di ricerca.
La progettazione e l’architettura interna delle informazioni è quindi un elemento chiave, potente ed importante per aumentare e migliorare la visibilità sui motori di ricerca.
Architettura sito web: di che cosa si tratta
La migliore architettura informativa di un sito è quella ad albero. Questo significa che le informazioni e gli argomenti trattati devono essere suddivisi in varie macro-categorie che a loro volta sono da ripartire in ulteriori sotto-categorie. Il passaggio da una pagina all’altra, da una categoria all’altra, o in generale da un contenuto all’altro, deve essere gestito con link interni che consentano all’utente di spostarsi facilmente da una tematica all’altra.
Questa struttura è definita “alberatura” in italiano, mentre in inglese è definita come “siloing”, termini che già da soli riescono a dare un’idea piuttosto precisa del concetto in se e per se. L’alberatura prende ispirazione dalla teoria dei grafi (disciplina che gestisce lo studio dei grafi, cioè di oggetti discreti che consentono di schematizzare molti processi e diverse situazioni). In questo caso la teoria dei grafi riconduce alla visualizzaizone di un albero vero e proprio, formato da “nodi”, che contengono le informazioni e gli “archi”, che invece costituiscono i collegamenti fra i vari nodi (padre e figli).
Applicandola all’architettura sito web si ha il tronco dell’albero che rappresenta la home, i rami più grandi e robusti sono invece le macro categorie in cui si dirama, i rametti più sottili invece sono le sotto categorie e infine, le foglie, sono i prodotti. Una sorta di matriosca.
Il vantaggio dell’alberatura
é una struttura semplice, chiara, tradizionale e lineare. Sicuramente veloce da leggere e da capire, sia per l’utente che per il crawler. Studiare l’architettura informativa di un sito significa pensare in ottica di navigabilità per l’utente (e non solo di gradi di indicizzazione e posizionamento). Questo deve potersi spostare da un contenuto all’altro con facilità e soprattutto deve riuscire a reperire le informazioni che sta cercando velocemente senza incontrare ostacoli che lo facciano desistere e/o addirittura scappare dal sito.
Obiettivi e campi semantici
Per costruire un’alberatura efficace, bisogna lavorare per gradi. Il primo step è quello di definire obiettivi di business. Questo significa aver chiaro il prodotto/servizio offerto da trattare all’interno del sito. Definito l’argomento principale, si può passare alla suddivisione in macro categorie che raccolgano le principali informazioni settoriali della tematica proposta. A seguire si definiscono le sotto categorie minori che possono essere d’aiuto e supporto alla fruibilità del sito e della reperibilità delle informazioni da parte degli utenti.
Quello che conta veramente è mantenere contenuti monotematici in campo semantico. Cosa significa? Significa che se il sito propone prodotti di cosmesi e all’improvviso a questi sono aggiunti articoli per animali, i crawler di Google potrebbe incontrare delle serie difficoltà a determinare il campo semantico delle informazioni proposte. Di conseguenza indicizzazione e posizionamento ne risentirebbero fortemente.
Ma copiare, mai duplicare
Qualunque sia il livello dell’alberatura proposto, è fondamentale che i contenuti siano sempre originali, creativi e mai copiati e/o duplicati tra loro. Pagine diverso con lo stesso contenuto (testo copiato per intero o parzialmente da altri siti, o da altre pagine dello stesso sito).
Se il “ragno” al momento della lettura del sito trova contenuti duplicati/copiati penalizza il sito abbassandone il posizionamento e “cannibalizzando” del tutto la pagina. Cannibalizzare è un termine utilizzato nel settore per indicare quando il motore di ricerca, trovando uno o più contenuti uguali, ne prende in considerazione esclusivamente uno e tende ad eliminare definitivamente dall’indicizzazione tutti gli altri.
La regola d’ora, da tenere sempre presente, è quella enunciata dal famoso Bill Gates: “content is the king”. I contenuti devono essere unici, autentici e di qualità. Devono essere scritti per definire chiaramente informazioni, prodotti e servizi.
Può capitare però che per alcuni e-commerce possano proporre prodotti molti simili tra loro, la cui descrizione può essere a tutti gli affetti identica l’una all’altra. In questo caso, per evitare penalizzazioni da parte di Google e perdere posizioni in Serp, è d’uopo usare l’attributo: rel=canonical.
Si tratta di un tag con il quale è indicato al motore di ricerca la pagina “canonica”, cioè la principale e corretta, che il motore deve leggere e tenere in considerazione.
Architettura sito web e gerarchie dei contenuti
Stabilito il “tema” del sito si procede alla definizione delle parole chiave da usare, sia quelle principali che secondarie (nonché le LSI). L’analisi delle key deve essere attenta ed accurata, fatta con strumenti che permettano di controllare il volume di ricerche medie mensili di ciascuna parola chiave, il livello di competizione e l’intento di ricerca dell’utente in relazione alle stesse.
Dallo studio/ricerca delle key si estrapolano le migliori da assegnare a categorie e cotto categorie che servono appunto a tracciare l’alberatura sito web definitiva. A questo livello di lavoro è utili una visualizzazione grafica delle parole chiave inserite all’interno di un’alberatura specifica.
Torna comodo il buon vecchio foglio di carta sul quale tracciare e segnare le varie diramazioni che si propagano dalla home, alle varie categorie (tronchi dell’albero), sotto categorie (rami più esili) e prodotti finali (foglie). A monte di tutto comunque si trova sempre la home page, è da lei infatti che si dirama tutto il resto ed è sempre da lei che parte la vera e propria struttura architettonica di un sito web.
Equilibrio e bilanciamento
Una buona architettura sito web non deve svilupparsi solo in senso verticale. Deve essere equilibrata anche in orizzontale. Questo significa che il numero delle macro categorie non deve essere spropositato e non si deve esagerare nemmeno nel numero di livelli di profondità in cui si addentra il sito.
Avere troppe macro categorie equivale a far confondere e perdere l’utente, che non riesce ad orientarsi. Averne troppo poche significa non dargli sufficienti alternative, che lo porterà a ritenere scarno e privo di informazioni e prodotti il sito. Anche il numero di livelli di profondità deve essere sapientemente giostrato. Troppi livelli significa che l’utente non troverà mai quelli sepolti più in profondità o comunque rinuncerà nel farlo. L’equilibrio migliore è quello di attestarsi attorno a quattro click o meno partendo dalla home.
La cosa migliore da fare è quella di creare una struttura piramidale regolare. In questo modo si avrà equilibrio sia in senso orizzontale che verticale.
Architettura sito web: esaminare ed eliminare il superfluo
Creata la struttura è necessario tenerla sotto osservazione per vedere se funziona o meno. In altre parole devono essere monitorati i flussi di traffico per ciascuna pagina e contenuto. Ogni categoria, sotto categoria, sezione e sotto sezione, deve avere un traffico costante e soprattutto equilibrato se messo a confronto.
Questa verifica è possibile grazie ad uno strumento semplice e gratuito di Google che si chiama Google Analytics. Grazie ad Analytics è possibile capire quali sono pagine e contenuti utili e interessanti per gli utenti e quali invece non servono a nulla e non generano traffico. In questi casi la cosa migliore da fare è eliminarle definitivamente.
L’importanza dei link interni
Altro step importante da compiere è quello del posizionamento e distribuzione dei link interni. Il link è il nodo attraverso il quale l’utente riesce a spostarsi tra una pagina e l’altra del sito. Sono ponti di collegamento che tengono unita l’intera struttura architettonica e snodano le informazioni lasciando fluire da un contenuto all’altro.
I link devono essere posizionati all’inizio di ogni singola pagina. Nella parte superiore del contenuto l’utente dovrà subito trovare un collegamento che gli consenta di approfondire l’argomento trattato e continuare la navigazione interna.
Cos’è e come funziona la link juice
Link juice (o link equity) è un termine inglese utilizzato nella seo che significa non letteralmente: “il succo del link” e che indica il valore e l’autorità che un link trasmette da una pagina all’altra, oppure o un sito ad una pagina o altro sito (che prende il nome di equity). Il motore di ricerca interpreta il collegamento come una sorta di “voto”. Più pagine sono collegate tra loro internamente (ma anche esternamente), maggiore sarà il voto che Google gli attribuirà.
Il link però non può e non deve essere messo a caso. La parola chiave o LSI utilizzata deve essere coerente con il contenuto stesso e con quello che va a linkare. Deve essere un link utile all’utente per approfondire l’argomento esaminato e deve essere collocato all’interno del testo in modo fluida e naturale.
Non solo. Ha molta importanza anche la posizione in cui è messo. Se un link interno si trova alla fine della pagina e dell’intero contenuto, il crawler, ma anche l’utente, lo troverà e lo leggerà da ultimo (sempre che l’utente abbia voglia o intenzione di arrivare fino in fondo ad una pagina – l’utente medio è piuttosto pigro).
Al contrario se il link interno è collocato nel primo paragrafo (o meglio ancora nella prima frase o addirittura in apertura) della pagina, sarà la prima cosa che salterà all’occhio del ragno e dell’utente. In questo caso la navigazione tra una pagina e l’altra potrà procedere in modo rapido e senza intoppi perché l’utente non si perderà nel labirinto delle parole e dei contenuti per trovare il link di approfondimento necessario alla comprensione del testo.
Gli elementi per la navigazione
Un utente riesce a spostarsi all’interno di un sito grazie ai vari link strategicamente posizionati nei contenuti. Ma i link non sono gli unici elementi utilizzabili per navigare. L’utente ha altre frecce al proprio arco. Il primo da ricordare è il menù di navigazione principale.
Solitamente questo elemento è collocato nella parte alta del sito per essere immediatamente visibile e disponibile. Dal menù principale l’utente ha sin da subito un quadro generale della distribuzione dei contenuti di un sito. Vede cosa contengono categorie e sotto categorie e capisce subito la tematica trattata.
Per questo motivo deve essere semplice, chiaro e intuitivo. Non deve lasciare adito a dubbi, né creare confusione, anzi deve guidare il click dell’utente. Un fattore determinante per le scelte dell’utente è il numero di voci, e quindi di alternative, presenti nel menù. Questo significa che quante più alternative ci saranno (alternative intese come categorie e sotto categorie) tanto maggiore sarà il tempo necessario a prendere una decisione.
Questo ragionamento può purtroppo portare l’utente anche a desistere e abbandonare la ricerca, lasciando il sito e cercando altrove prodotti ed informazioni di cui necessita. Situazione assolutamente da evitare. A tal pro il menù di navigazione principale in ottica di architettura sito web, non dovrebbe avere troppe voci, includendo scelte secondarie, terziari, ecc…
Troppe informazioni da leggere ed elaborare possono confondere le persone e sviarne l’attenzione. Non da meno sono importanti le parole da scegliere per descrivere le varie sezioni di un sito.
Come sempre devono rispecchiare fedelmente il contenuto delle pagine alle quali rimandano, essere descrittive, chiare e sintetiche (troppo lunghe sono anche esteticamente brutte da vedere).
Briciole di pane, menù di secondo livello e barra di ricerca
Oltre al menù principale nell’architettura sito web devono essere presi in considerazione i sotto menù (o menù secondari) e le breadcrumb. Iniziamo proprio da queste: le briciole di pane, letteralmente tradotto dall’inglese all’italiano. Le briciole indicano all’utente dove si trovi esattamente. Funzionano un po’ come il “Voi siete qui” sulle mappe dei parchi divertimento.
La navigazione lascia dietro di se delle briciole che indicano le varie stanze del sito che l’utente ha visitato. Servono a capire il livello di profondità nel quale l’utente è sceso. Con loro la navigazione diventa più semplice e intuitiva. Basta un click per tornare nella stanza precedente, o addirittura ancora alla categoria iniziale, o perfino all’homepage. Non sempre la funzione è di default attiva sui vari CMS, ma è quasi sempre attivabile dalle impostazioni.
Le breadcrump sono utili anche ai crawler. Li aiutano ad orientarsi al pari degli utenti, nell’architettura sito web.
I menù secondari invece, quelli che elencano le sotto categorie devono essere strutturati tenendo conto delle stesse regole del menù principale. Devono quindi essere chiari e non esageratamente carichi, altrimenti i famosi “rami” dell’alberatura si potrebbero spezzare dando vita a pagine “morte” prive di utilità che nessuno visiterebbe mai.
Un altro utile elemento per la navigazione dei siti è rappresentato dalla barra di ricerca. Non dovrebbe mai mancare soprattutto se il sito è un e-commerce che vende centinaia (o migliaia) di prodotti. In questi casi gli utenti per fare prima e risparmiare tempo preferiscono rivolgersi subito alla barra di ricerca per individuare a colpo sicuro quello che cercano. Il motore di ricerca interno però deve funzionare correttamente, altrimenti si rischia che l’utente rimanga insoddisfatto e abbandoni il sito.
Architettura sito web: conclusioni
Concludiamo sintetizzando qualche punto. L’architettura di un sito web deve essere semplice, chiara e intuitiva. Meglio se strutturata ad albero, con forma piramidale regolare ed equilibrata sia orizzontalmente che verticalmente.
Ogni pagina deve essere unica e non duplicate e deve contenere i giusti link di collegamento alle altre pagine per consentire una navigazione scorrevole e veloce. Per aiutare l’utente nella navigazione i menù devono essere semplici e offrire il giusto numero di alternative tra le quali scegliere.
Meglio mettere a disposizione anche elementi supplementari che facilitino la navigazione, come la barra di ricerca e le breadcrump.